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I calcoli renali ed ureterali sono molto comuni, ma è difficile ottenere un quadro preciso del numero dei pazienti che soffrono di calcolosi in Europa.

Questo tipo di calcoli, molto spesso, passano senza portare nessun disagio al paziente, ma tale patologia può anche essere una tra le più dolorose esperienze conosciute. In passato, questa era una patologia “Cenerentola”, molto comune nella popolazione, ma con una piccola visibilità pubblica. Oggi, tuttavia, molte persone sono soggette a calcolosi a causa dei cambiamenti della dieta occidentale e degli stili di vita.

Cos’e un calculo?

Un calcolo è una formazione dura e solida che si può formare nella cistifellea, nella vescica e nei reni. Le cause della formazione sono diverse e vengono trattate in modi differenti.

I calcoli renali e ureterali si sviluppano nei reni, rimanendo lì posizionati o spostandosi nell’uretere (Fig. 1).

Il processo di formazione avviene quando i sali minerali o quelli acidi si cristallizzano nell’urina. La maggior parte dei calcoli viene espulsa mentre si urina, ma, alcune volte, questi rimangono bloccati nell’uretere, fermando il normale flusso delle urine e provocando alcuni sintomi. Spesso accade che siano troppo grandi per fuoriuscire dal rene. In entrambi i casi, potrebbe essere necessario sottoporsi ad un trattamento per la rimozione degli stessi.

Fig. 1: L’apparato Urinario.
Fig. 1: L’apparato Urinario.

Dati relativi ai calcoli renali:

  • I calcoli renali sono molto comuni nei pazienti: circa 1 -2 persona/e su 10 ne è affetto.
  • Esiste una possibilità tra il 5 e 10% di formazione dei calcoli nell’arco della vita.
  • La formazione di calcoli è più probabile negli uomini rispetto alle donne, con una ratio di 3 a 1. La differenza si sta ora assottigliando, causa, probabilmente, dovuta allo stile di vita e al tipo di dieta.
  • È più probabile avere calcoli tra i 30 e i 50 anni.
  • Alcuni pazienti sono più portati ad avere calcoli rispetto ad altri.

Queste informazioni sono fornite dall’Associazione Europea di Urologia (EAU)

Contributo:

  • Prof. Dr. Frank van der Aa, Leuven (BE)
  • Dr. Jean-Nicolas Cornu, Paris (FR)
  • Ms. Sharon Holroyd, Leeds (UK)
  • Prof. Dr. José Enrique Robles, Pamplona (ES)
  • Ms. Eva Wallace, Dublin (IRE)

Si ringrazia per la supervisione della traduzione il Dott Michele Innocenzi, Ospedale Bambino Gesù, Roma

Le informazioni sono state aggiornate dall’EAU Patient Information Group a Marzo 2018

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