La litotrissia extracorporea ad onde d’urto è attuata tramite l’utilizzo di un macchinario che può infrangere i calcoli renali dall’esterno del corpo. Perché i calcoli vengano appunto frantumati, delle onde d’urto concentrate (piccoli impulsi di onde acustiche ad alta energia) sono trasmesse attraverso la pelle al calcolo. Quest’ultimo assorbe l’energia delle onde e si infrange in pezzi molto piccoli che poi defluiscono attraverso le vie urinarie.
La procedura
- Solitamente non c’è bisogno di anestesia totale, ma vengono somministrati farmaci antidolorifici durante la procedura.
- Si viene posizionati su un tavolo operatorio con il fianco e la parte bassa della schiena rivolte verso il generatore di onde d’urto.
- Le onde d’urto concentrate sono trasmesse al calcolo attraverso la pelle ed esso, assorbendo l’energia delle onde, si infrange in pezzi della grandezza di un granello di sabbia.
- Proprio a causa della loro piccola taglia, questi granelli possono facilmente defluire dal corpo attraverso le vie urinarie, quando si va al bagno dopo la procedura.
- Lo svolgimento della procedura dura all’incirca 45 minuti. Se si tratta di un calcolo di grandi dimensioni saranno allora necessarie più sessioni per la sua eliminazione.
Quando la litotrissia extracorporea a onde d’urto non è consigliata?
- Se si è incinta.
- Se c’è rischio di elevata perdita di sangue.
- Se si hanno infezioni non del tutto sotto controllo.
- Se si ha pressione del sangue elevata.
- Se si ha difficoltà a raggiungere il calcolo.
- Se si ha un aneurisma.
- Se si ha un’ostruzione anatomica nel tratto urinario, al di sotto del calcolo nella vescica.
- Se il calcolo è veramente duro (per esempio calcoli di cistina).
Preparazione alla procedura
Per conoscere quali sono le giuste fasi del trattamento e le specifiche istruzioni è sempre consigliato rivolgersi al proprio medico. Esse possono cambiare a seconda dell’ospedale e del paese.
Le istruzioni prevedono:
- Quando interrompere i farmaci, come ad esempio anticoagulanti o qualsiasi altro farmaco che rende difficoltoso al sangue di coagularsi.
- Quando smettere di bere o di mangiare prima del trattamento.
- Quando e se assumere antidolorifici dopo la procedura – bisogna in ogni caso discuterne prima con il proprio medico.
- Organizzarsi per il ritorno a casa dopo le dimissioni dall’ospedale.
Team medico
È di fondamentale importanza che il team medico sia informato sul trattamento. Ciò significa che oltre al medico e le infermiere in ospedale, che sono responsabili del trattamento, anche il medico di base e altri assistenti dovrebbero esserne informati, compresi famiglia e amici.
Supporto e domande
Può aiutare e allo stesso tempo tranquillizzare maggiormente, consigliamo di leggere le informazioni riguardanti la procedura insieme al proprio partner, i propri parenti o amici. Può inoltre aiutare a far ricordare ogni punto importante da discutere con il proprio medico o infermiere mettere per iscritto tutte le domande che si hanno. Ed è strettamente consigliato farsi accompagnare da qualcuno all’appuntamento per ricordare le domande che si ha bisogno di fare.
L’operazione
Questa animazione mostra cosa accade quando ci si sottomette alla litotrissia a onde d’urto.
Si viene posizionati su un tavolo operatorio con il fianco e la parte bassa della schiena rivolti verso il generatore di onde d’urto. L’esatta locazione del proprio calcolo è determinata attraverso gli ultrasuoni o raggi X. Durante la procedura si sarà in grado di sentire le onde d’urto che vengono emesse. Il medico comincerà settando le onde a bassa intensità che poi verrà progressivamente aumentata. Se il calcolo è di dimensioni notevoli, è probabile che si avrà bisogno di sessioni multiple.
Cosa aspettarsi dopo la procedura
Solitamente dopo la procedura si può andare a casa: non è necessario passare la notte in ospedale. Se sono stati assunti degli antidolorifici è fortemente sconsigliato mettersi alla guida per le prime 24 ore dopo la procedura. Bisogna quindi assicurarsi di avere un modo per tornare a casa dopo la dimissione.
Si sarà liberi dai calcoli immediatamente dopo la procedura?
La risposta è no. La procedura della litotrissia frantuma il calcolo in pezzi più piccoli, che defluiranno attraverso le vie urinarie impiegando giorni o settimane. Per facilitare questo processo si potrebbe adottare la terapia medica espulsiva.
Per maggiori informazioni riguardo la terapia medica espulsiva cliccare qui.
Cosa aspettarsi una volta tornati a casa
Siccome la litotrissia frantuma il calcolo in pezzi piccoli, di modo che essi fluiscano via tramite l’urina, si potrebbe avere in essa tracce di sangue, che non dureranno più di due giorni. Il medico potrà prescrivere dei farmaci per appunto facilitare e velocizzare il passaggio di questi frammenti e allo stesso tempo limitare il dolore che può essere riscontrato nell’apparato urinario.
Se sono stati anche in questo caso assunti farmaci antidolorifici per mitigare il dolore, è assolutamente sconsigliato mettersi alla guida entro le prime 24 ore dopo la litotrissia.
Dopo quanto tempo potrò tornare alle mie attività quotidiane?
In generale si è in grado di tornare alle attività di tutti i giorni direttamente dopo il trattamento. In ogni caso è bene prendersi un po’ di riposo il giorno dopo la procedura.
Dopo la litotrissia a onde d’urto:
- È importante bere più del solito per eliminare i frammenti di calcolo.
- Se si hanno coliche renali bisogna consultare il proprio medico su quanto è necessario bere.
- Ci potrà essere bisogno di filtrare l’urina per ottenere i frammenti da analizzare successivamente.
- Non assumere alcolici nelle prime 24 ore dopo la procedura.
Occorre tornare in ospedale se:
- si ha la febbre;
- si sente dolore al rene o sul fianco;
- se si continua ad avere sangue nelle urine dopo 2 giorni.
Follow-up
Il medico fornirà gli orari per delle visite di controllo nelle prime settimane dopo la procedura.
Alto rischio di formazione di nuovi calcoli
Alcuni pazienti affetti da calcoli renali o uretrali possono in futuro essere soggetti alla formazione di ulteriori calcoli. Dopo appunto l’eliminazione o rimozione di uno di essi, il medico comunicherà se si tratta di un soggetto a rischio di recidiva. Per fare ciò ci sarà bisogno di analizzare il calcolo e inoltre il medico dovrà consultare gli esami del sangue e delle urine effettuati prima del trattamento.