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Cos’è la protesi peniena

La protesi peniena è un dispositivo medico che viene chirurgicamente impiantato nella camera di erezione del pene (corpi cavernosi) nei casi di disfunzione erettile.

Quando considerare la chirurgia per la protesi peniena

Qualora l’uso dell’inibitore PDE5 e delle iniezioni intracavernose non avessero portato risultati positivi, la protesi peniena potrebbe rappresentare un’opzione valida per il paziente. La falloplastica potrebbe essere consigliata qualora non si potesse assumere inibitori delle PDE5 o farmaci con iniezioni o qualora non si fosse soddisfatti del risultato e si volesse ottenere una soluzione duratura.

Come funziona la protesi peniena

Esistono due tipologie di impianti: semirigidi non gonfiabili e gonfiabili. La protesi semirigida è formata da due cilindri che vengono impiantati nei corpi cavernosi (lla camera di erezione del pene) e che possono essere piegati durante l’attività sessuale. Con questo tipo di impianto, il pene resta sempre in posizione semi-rigida, una condizione difficile da celare.

Gli impianti del pene gonfiabili, sono dispositivi che vengono riempiti con un liquido. La protesi consiste in due cilindri gonfiabili posizionati nei corpi cavernosi del pene, una pompa controllata manualmente posizionata nello scroto e un serbatoio che trattiene il fluido quando il pene non è in erezione. Il dispositivo si gonfia quando la pompa viene spremuta più volte per permettere al fluido di spostarsi dal serbatoio ai cilindri. Alla fine del rapporto, la pompa viene nuovamente attivata per rimandare il liquido nel serbatoio, facendo sparire l’erezione (Fig. 1).

Entrambe le protesi, vengono impiantate chirurgicamente e totalmente posizionate nel corpo. Gli impianti gonfiabili vengono usati con maggiore frequenza perché ottengono risultati più naturali. In casi più complessi,gli impianti semi-rigidi potrebbero non essere adatti. Si consiglia di discutere quale tipologia scegliere con il proprio urologo.

Come viene effettuato l’impianto di protesi peniena

L’impianto penieno viene effettuato in anestesia generale o spinale. Al paziente verrà posizionato un catetere che verrà rimosso il giorno successivo all’intervento. Una volta che il paziente viene anestetizzato, il chirurgo farà una piccola incisione appena sopra il pene o tra il pene o lo scroto. L’incisione mostrerà i corpi cavernosi e gli spazi chirurgici nei quali posizionare l’impianto della corretta lunghezza.

Una volta posizionati i cilindri, viene collocato il serbatoio dietro la parete addominale e la pompa nello scroto tra i testicoli e per nascondere la pompa.

Quando tutti gli elementi sono impiantati, vengono connessi tra loro e suturata l’incisione. Le ferite vengono pulite e viene applicato un bendaggio compressivo. La maggior parte dei chirurghi preferisce lasciare l’impianto penile gonfio per un giorno. Altri preferiscono lasciare il drenaggio che viene normalmente rimosso dopo la prima giornata.

Come prepararsi alla procedura

I dettagli della procedura, e per la preparazione ad essa, verranno forniti in anticipo dal medico. Prima dell’intervento, precisamente a 6 ore da esso, per prepararsi all’anestesia è fatto divieto di mangiare, bere e fumare. Qualora si stesse assumendo un qualsiasi farmaco su prescrizione, bisogna discuterne con il proprio medico. Potrebbe essere necessario di interromperne l’assunzione anche diversi giorni prima dell’intervento. La cura farmacologica potrà essere ripresa a discrezione del medico.

Tempo necessario per tornare alle attività giornaliere

Normalmente il paziente potrà essere dimesso il giorno seguente l’intervento dopo che il bendaggio verrà rimosso e l’impianto sgonfiato dal chirurgo. Il paziente potrebbe accusare dolore, irritazione, gonfiore del pene e dello scroto nei giorni successivi l’intervento o nelle settimane seguenti.

Questi sintomi possono essere trattati con antidolorifici ed impacchi freddi. Nei primi 2 o 3 giorni dopo l’intervento potrebbero presentarsi delle piccole perdite dovute all’incisione che non hanno bisogno di essere curate perché guariscono autonomamente.

Per 4-6 settimane dopo l’intervento:

  • Non sollevare pesi maggiori di 5 Kg
  • Non fare esercizio fisico ed evitare di andare in bicicletta
  • Non fare bagni termali o saune
  • Discutere con il proprio medico di qualunque medicazione a cui sottoporsi

Il medico organizzerà un incontro, al fine di gonfiare l’impianto per la prima volta. Tale procedimento verrà effettuato una volta che il gonfiore e l’irritazione siano svaniti, circa 4-6 settimane dopo l’intervento. Dopo tale incontro, il paziente potrà nuovamente, iniziare la attività sessuale.

Bisognerebbe comunicare al proprio urologo se:

  • Il gonfiore peggiora anziché migliorare
  • Si presenta una costante secrezione di fludi purulenti dalle ferite
  • Il dolore si intensifica o non migliora
  • Si nota rossore o dolenzia nell’area incisa
  • Si presenta febbre

Vantaggi

  • Probabilità ridotta di guasti meccanici
  • Possibilità di gonfiare il dispositivo con discrezione
  • Gli impianti gonfiabili si possono nascondere facilmente
  • Nessun rischio di priapismo
  • Risultato più soddisfacente tra i possibili trattamenti
  • Percentuale maggiore di pazienti soddisfatti tra tutte le terapie per la DE, qualora siano informati, partner compresi, riguardo i vari aspetti dell’impianto

Svantaggi

  • Operazione irreversibile
  • In caso di rimozione del dispositivo, non c’è possibilità di recuperare la funzione erettile
  • Rischio di infezione, anche se minimo
  • Rischio di guasto del dispositivo, anche se minimo
  • Generalmente, l’impianto di gonfiamento dura dai 10 ai 15 anni. Sarà possibile sostituire il dispositivo in caso di guasto.
  • Percentuale minima di emorragia incontrollata dopo l’operazione. In tal caso sarà necessario un secondo intervento.
  • Percentuale minima di formazione di tessuto cicatriziale anormale
  • Percentuale minima di erosione, che può richiedere rimozione.
  • Il glande potrebbe non ingrandirsi durante l’erezione
  • L’impianto potrebbe non gonfiare il pene o non correggere una previa perdita di lunghezza, dovuta a prostatectomia, a radiazione, da invecchiamento, aumento di peso o da terapie per il DE a lungo termine
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